lunedì 29 giugno 2015

Occhi su Saturno

Occhi Su Saturno - Serata osservativa

a causa delle cattive condizioni meteorologiche, la manifestazione prevista per il 20 giugno è stata aggiornata al 4 luglio 2015.

domenica 21 giugno 2015

martedì 9 giugno 2015

XVI SETTIMANA DELL'ASTRONOMIA


XVI SETTIMANA DELL'ASTRONOMIA-Anno Internazionale della Luce





Relazione inviata da una studentessa presente all'evento.




CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELLA XVI SETTIMANA DELL’ASTRONOMIA SAIt

Quest’anno la “ XVI Settimana dell’Astronomia”, organizzata dalla SAIt, la Società Astronomica Italiana, è stata aperta al Planetario di Bari “Sky-Skan”, con la collaborazione della SAIt Puglia, il giorno tredici aprile 2015, presentando una lectio magistralis  del Prof. Roberto Buonanno, presidente della SAIt, dal titolo “Luce e Armonia nell’Universo”.  Il tema scelto per la “settimana dell’astronomia” di quest’anno è la LUCE, anche perché il 2015 è stato dichiarato “Anno della Luce” dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

L’intento di far conoscere nuovi orizzonti dell’astronomia è stato ben accolto dagli studenti delle scuole della Puglia, che hanno partecipato e ascoltato con attenzione la conferenza.

Durante l’incontro il professore ha parlato di temi specifici, presentando importanti personaggi del passato che hanno contribuito alla scoperta dell’Universo e alla sua conformazione.

Tra i temi principali vi è l’armonia, presentata come “motivo matematico che mettere in relazione le cose qui sulla terra con quelle del cielo”.
L’armonia è uno dei due meccanismi che compongono una nota, insieme alla melodia.
Quest’ultima, invece, rappresenta l’unità di tempo, formata dall’unione di frazioni di tempo: le note.
In passato, si pensava che la melodia avesse un legame con l’Universo, unità fisica. Si tratta di una metafora in quanto si paragonava l’Universo ad un bicchiere di cristallo, formato da tante sfere che rappresentavano le orbite sulle quali passavano i pianeti. Essi formavano una melodia composta dai singoli suoni che ogni pianeta produceva, simile ad un dito che striscia sull'orlo del bicchiere di cristallo.

Sì è arrivato a queste conclusioni, assemblando vari studi conseguiti da persone notevoli: Filolao, nel V sec. a.C., ha una visione cosmologica dell'Universo in cui la Terra gira insieme ai pianeti intorno a un fuoco centrale; poi Eudosso, matematico vissuto nel IV sec. a.C., ritiene che i pianeti si muovano su sfere di cristallo intorno alla Terra immobile.

Oltre a filosofi e matematici, una suora analfabeta, Ildegarda di Bingen (1098-1179) ebbe delle visioni del Signore che le spiegava come era fatto il mondo.

Notevole fu anche il filosofo Robert Fludd (1574-1637), che scrisse la "Teoria del Cosmo", opera nella quale il "mondo grande" ed il "mondo piccolo" erano considerati il mondo dell'Universo, il macrocosmo, e il mondo dell'uomo, il microcosmo.

L'astronomo e matematico tedesco Keplero, nel 1596, si pose delle domande sulle orbite dei pianeti, quali: "Perché Dio ha inventato le orbite?", "Perché esistono quelle distanze?" e "Perché Marte e Giove sono così distanti?". Ritenne di aver trovato la soluzione nei solidi platonici, ovvero cinque solidi che hanno tutte le facce uguali, formate da solidi regolari. Ne dedusse, quindi, che esistevano solo sei pianeti perché c’erano solo cinque solidi platonici, uno per ciascuno, ponendo al centro la Terra.
In questo modo  studiò l'armonia di questo sistema, unendo i singoli suoni prodotti dai pianeti; ma il suono finale non era un suono gradevole, concludendo il suo pensiero con l’affermazione "la musica dei pianeti" è troppo bella per essere ascoltata: il Signore l'ha suonata una sola volta, alla creazione, e la suonerà nuovamente alla distruzione.
Per realizzare gli studi con i quali pervenne alla scoperta dei reali moti non uniformi dei pianeti intorno al Sole su orbite ellittiche, Keplero si servì delle osservazioni dell'astronomo danese Tycho Brahe.

Negli antichi studi precedenti a Copernico e Keplero vi era un comune errore, cioè quello di porre la Terra al centro di ogni sistema.

Dopo aver reso interessante questa spiegazione con immagini e video, il professore Buonanno ha esposto un ulteriore argomento che riguarda la luce, grazie alla quale conosciamo l'Universo.
Guardando lontano, indietro nel tempo, si arriva a 380.000 anni luce dopo l'esplosione del Big Bang, che sarebbe avvenuta circa 13,7 miliardi di anni fa. Si ha questa opportunità grazie ai fotoni, particelle elementari che non decadono, se non assorbite da altre particelle. Per questo si possono rilevare i fotoni emessi durante le prime fasi della creazione dell'Universo. Tuttavia, non è possibile rilevarne alcuni antecedenti a quei 380.000 anni luce, perché intrappolati.

La conferenza è terminata con alcune domande poste dagli studenti, tra le quali interessante è stata: "Se l'Universo è massa, come fa ad espandersi più veloce della luce, se sappiamo che un qualsiasi corpo di massa x non può superare tale velocità?".
Il professore ha risposto che si tratta di una velocità arbitraria, più veloce della luce perché l'Universo si espande in uno spazio che non appartiene all'Universo stesso. Probabilmente si tratta del nulla; quindi può muoversi anche molto più velocemente della luce.

Prima di assistere alla visione dello spettacolo del planetario, il professore ha concluso la conferenza con una frase: "Senza di noi, l'Universo non esiste, si deve prendere atto che noi riusciamo a capire l'Universo perché siamo qui".

Nel planetario abbiamo, quindi, visto in diretta la nostra galassia, la “Via Lattea”, e le ottantotto costellazioni. Successivamente,  è stata mostrata la mappa dei neuroni del cervello e si è appreso che assomiglia alla mappa dell'Universo.

Si possono trarne delle conclusioni, ovvero: "la musica rappresenta l'armonia che c'è nell'universo e nella nostra testa".

La giornata didattica è terminata con il ritorno degli studenti alle proprie scuole.

Il professore Buonanno ha dichiarato: "Sono rimasto sorpreso dall'attenzione con la quale gli studenti hanno seguito la mia conferenza. Mi ha colpito inoltre la profondità di domande che i giovani mi hanno rivolto, segno che la scuola italiana è in grado di trasmettere i contenuti e, soprattutto, i meccanismi della cultura. Non posso che complimentarmi con gli insegnanti di questi ragazzi".


Alunna:         Martina Pellicoro
Scuola:          Liceo Scientifico “IIS P.ssa Maria Pia” Taranto
Classe:          1^ LS E
Data:             13/04/2015